Crisi di... infertilità maschile

Crisi di... infertilità maschile

Nel momento in cui una coppia decide di concepire un figlio, nascono spesso delle aspettative dovute ad elementi biologici e sociali: chi, infatti, anche solo per scherzo, non ha mai detto ad una coppia di amici felicemente fidanzati o a dei neo sposi “auguri e figli maschi”?
È considerato normale, infatti, ad un certo punto della vita di coppia, allargare la famiglia. La paternità, però, non sempre arriva (o non arriva facilmente).

Quando il test di gravidanza continua ad essere negativo, nella coppia si instilla il timore che qualcosa non vada e ci siano dei problemi.
Per testare il livello di fertilità femminile vi sono più esami da fare, che richiedono anche un tempo di attesa maggiore rispetto a quelli maschili, oltre ad essere più invasivi: per questo motivo è preferibile analizzare l’uomo tramite spermiogramma o anche test di fertilità maschile fai da te, prima di passare alle analisi femminili.

Per tradizione culturale siamo abituati a sostenere, supportare e confortare la donna in caso di infertilità, ma quante volte se ne parla apertamente con l’uomo, supportandolo psicologicamente?
Nel momento in cui il risultato conferma l'infertilità maschile, nella sua testa si attivano sensi di colpa e perdita dell’autostima, sentimenti di lutto o depressione.

Ma perché l’uomo va in crisi?

Avere difficoltà nel dare alla propria compagna un figlio fa sì che gli uomini si vedano meno virili, per tale ragione spesso vanno in crisi.
Sentimenti negativi ancora più forti, tendenzialmente, si riscontrano negli uomini con totale assenza di spermatozoi nell’eiaculazione: in questi casi, l’impossibilità di paternità biologica, anche tramite supporto medico-scientifico, aumenta esponenzialmente la sensazione di impotenza e la percezione di essere “difettosi”.

Tutti questi sentimenti negativi sono dovuti a svariati fattori, fra cui:

  • il timore di esser visto in modo diverso dalla partner;
  • la difficoltà nel rispecchiare le aspettative della società che guarda come anomala una coppia che non ha progenie;
  • l’impossibilità di realizzare un “progetto di vita” con alcuni step ben precisi e prestabiliti (casa-matrimonio-figli).

 

Cosa fare quindi per evitare la "crisi da infertilità"?

Dovremmo smettere di guardare come aliene le coppie che tardano a procreare, o che, per motivi biologici, non lo faranno mai, ed iniziare a parlare più apertamente dell’infertilità così da poter normalizzare la sfera dei sentimenti e dell’emotività anche al genere maschile: gli uomini provano gli stessi sentimenti delle donne e per questo dovrebbero avere lo stesso supporto emotivo e psicologico del genere femminile quando si tratta di (in)fertilità e figli.

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